sabato 14 novembre 2015

Restituiscimi.

Se ne sei capace,
ridammi il sonno interrotto dal terrore neonato,
restituiscimi il passo zoppo di un'ode al vivere quieto.

Se ne sei capace,
riportami nel punto preciso di questa catarsi che urla il massacro,
un attimo prima di questo disfarsi imprevisto.

Io mi aggravo di delusa certezza,
mi attorciglio disperata su me stessa.
Chiudi veloce il carillon incagliato,
schianta la ballerina sciancata contro questo nuovo muro di pianto.
(caro tu, salvaci che siamo foglie in bilico sul bordo del mondo impazzito)

Restituiscimi un canto seppure rappreso
una parola tenace nel mallo
un lembo di fuoco ormai vizzo.
Restituiscimi intatta centrale.
Restituiscimi.
(se ne sei capace)



                                           (Parigi, 13 novembre 2015. ad memoriam)


lunedì 9 novembre 2015

Era bella bellissima

Scandaglio il mistero con dita di piombo felice,
misuro l'impermanenza con parole che risveglino la scalfitura immemore.

Ti perdi l'agghiaccio di furia buona,
la corsa lungo il crepaccio sotto il bordo dell'occhio.
Lo slancio del polso che blocca la mano ladra ti perdi,
l'afflato della clavicola immensa.
Manchi seppure di poco la festa dei talloni che scalpitano,
la rapsodia delle ginocchia che scricchiolano.
(io non ero convinta
io non lo sapevo
io tra il dubbio e il lato sbagliato del letto
sospesa atterrita spezzata
immanente)
Bisogna opporre un canto ubriaco alla noia che picchia.
Esibire la lacrima mai soggiogata bisogna.
Tendevo a morire, poi ho abdicato ho scelto la vita.
Era densa bollente
di pasta e ordito magnifico
di rara intensità.
Era un grumo di sangue materno
una zampa di cagna mai sazia.
Era bella bellissima
sapeva di viole indomabili.
Era bella bellissima
non bastava mai.
(che forse il tempo ti ha intaccato lo strato del derma, ma il cuore è tenace, il cuore va oltre i giorni succhiati con cecità)